Insieme a suor Cecilia e suor Teresa andiamo a visitare due famiglie arrivate da poco a Ndithini. E’ stata la gente a chiamarci per aiutarle, dopo essersi resi conto dello stato in cui stanno vivendo.

Ne abbiamo già viste tante di queste famiglie, troppe. Vivono di niente e non capisco come riescano ad andare avanti e a sfamare tutti i bambini che hanno.

Per raggiungere la prima famiglia dobbiamo uscire dal villaggio e percorrere una stradina sterrata in mezzo alla vegetazione.

In una piccola baracca vive una giovane donna con otto figli. Il marito l’ha abbandonata, si è trovato un’altra donna e con lei ha avuto altri quattro figli.

Il posto dove vivono è completamente vuoto, non c’è niente da mangiare, non c’è un letto o un materasso per dormire. La notte si accucciano tutti per terra, uno vicino all’altro sulla terra coprendosi con vestiti che sembrano più stracci sporchi. Sono tutti senza scarpe e i bambini hanno il loro piccolo stomaco completamente dilatato, segno di malnutrizione.

Abbiamo comprato per loro farina, pane, zucchero, sapone, thè, carbone e vestiti puliti. I bambini sono contenti di vederci, ci stringono la mano e ci sorridono, nessuno di loro frequenta la scuola.

Mentre andiamo verso la seconda famiglia suor Cecilia mi racconta che durante le ultime due notti un uomo si è presentato alla loro porta e ha violentato questa giovane madre davanti ai suoi bambini. Oltre alla paura, alla vergogna e allo shock subiti c’è anche la possibilità che resti incinta un’altra volta o che contragga qualche malattia.

Quando la gente ha saputo quello che era successo ha deciso di affittare per loro una stanza nel centro del villaggio, vicino ad altre abitazioni e ai piccoli negozietti, un posto più sicuro dove poter stare tranquilli.

Nella seconda famiglia stessa situazione. Una madre sola anche lei con otto figli, nessuno va a scuola e non hanno niente da mangiare, la capanna completamente vuota. Qua troviamo anche il nonno dei bambini che dorme in una stanza insieme alle sue galline perché il nipote più grande minaccia di ammazzarle dalla fame.

Anche a loro portiamo cibo e vestiti, consapevoli di non risolvere la situazione ma di donare loro qualche giorno senza andare a letto la sera con i crampi allo stomaco.

Insieme a Gianni ed Ezio decidiamo di acquistare per loro anche due letti e due materassi, saranno sempre stretti ma almeno più comodi e in migliori condizioni igieniche.

 

Paola Pedrini

 

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