Queste donne, queste suore sono instancabili lavoratrici.

Non si fermano davanti a niente, non conoscono orari e non sanno mai dire di no. Vanno avanti fino a quando un lavoro è terminato e non si rimanda niente a domani, potrebbe essere troppo tardi e sicuramente il giorno dopo ci saranno tante altre cose da fare.

Hanno una forza, una carica, una vitalità che sono contagiose.

Anche nelle giornate più dure e più pesanti fanno tutto con estrema calma, non si perdono d’animo, hanno sempre il sorriso sulle labbra e riescono a scherzare anche durante i momenti più bui.

Capitano delle giornate più malinconiche di altre, giornate in cui mi sento veramente stanca oppure momenti in cui i lavori non vanno nella giusta direzione e bisogna ogni volta ricominciare da capo. Sono giorni in cui mi chiedo “Ma serve davvero quello che sto facendo?”.

Poi le osservo lavorare, ascolto le loro parole di incoraggiamento, si sostengono sempre l’una con l’altra, il problema di una di loro diventa il problema di tutti ed è insieme che si trova la soluzione.

E così si comportano anche con me. Mi sostengono, mi spiegano, mi seguono, hanno sempre una parola di conforto. Ed è grazie a loro che trovo la forza per andare avanti, una forza che non ho mai trovato in nessun altro.

Sister Nadia è l’anima della missione ed ogni suora ha il suo compito ben preciso. C’è chi si occupa della scuola, chi della materna e chi del dispensario. ma è suor Nadia che ha sempre sotto controllo la situazione e non le sfugge niente. Spesso le suore vengono spostate da un centro all’altro e anche se suor Nadia è qua da vent’anni potrebbe capitare anche a lei di essere mandata da un’altra parte. Sarebbe una perdita enorme, un vuoto terribile per la missione.

Ma ciò che davvero è importante non è seguire le suore ma continuare a sostenere i bambini, sono loro la motivazione principale che deve spingerci ad aiutare questo centro. Dopo che avrò avviato il progetto “Paolo Rafiki centre” continuerò a sostenerlo venendo qua a lavorare qualche mese all’anno ma anche a distanza con l’aiuto dei volontari e di tutti i nostri sostenitori.

La mia vita andrà avanti, ci saranno altre occasioni e altri progetti magari in altri paesi ma non si può abbandonare quello che si è costruito giorno dopo giorno con tanta fatica.

In mia assenza ci sarà una suora responsabile del centro e diversi lavoratori locali, l’obbiettivo è che il progetto resti in piedi da solo, che sia autonomo e che vada avanti nel migliore dei modi.

 

Paola Pedrini

 

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