Parto verso le 16 insieme a Motuko, uno degli autisti della missione. Andiamo in aeroporto a Nairobi a prendere Chiara che arriverà verso le 20, poi rientriamo direttamente a Ndithini arrivando circa alle 23.

Chiara è una fisioterapista di Piacenza ma vive e lavora in Francia, poco lontano da Nizza.

Dopo una bella dormita le faccio visitare la missione, conosce le sisters e i primi bambini. Resterà per due settimane e insieme pianifichiamo un po’ il lavoro che ci aspetterà per i prossimi giorni.

Visiteremo alcune famiglie con bambini disabili, mi darà consigli su come ampliare le attrezzature della sala fisioterapia e mi ha portato del materiale informativo dall’Italia su come trattare le varie disabilità e come cercare di instaurare nuovi rapporti all’interno delle famiglie perché la disabilità non sia più un fatto da nascondere ma un bambino da aiutare.

Le suore hanno annunciato in chiesa durante la messa della domenica l’arrivo di Chiara così se qualcuno vorrà potrà iniziare a venire per alcuni trattamenti.

E una mamma con un bimbo arriva subito il giorno dopo. Ivan ha tre anni ed è nato con i piedi storti rivolti all’interno, ha imparato a camminare piegando piedi e ginocchia compromettendo ancora di più la sua malformazione. Con Chiara decidiamo di farlo venire tutti i giorni per un’ora di fisioterapia, non riusciremo a risolvere il problema perché il bambino è troppo grande ma alcuni esercizi di mobilizzazione e massaggi gli faranno sicuramente bene. In ogni caso il bambino andrà operato ad entrambi i piedi e poi dovrà fare un lungo periodo di riabilitazione.

Sarà il primo bambino ad entrare nella sala fisioterapia e io sono emozionatissima. E ne verranno altri tanti altri tutti i giorni.

Abbiamo anche nel nostro orfanotrofio un piccolo di nove mesi con problemi alla spina dorsale e coordinamento degli arti.

Abbiamo iniziato a lavorare anche con lui ogni più volte al giorno con piccoli esercizi per aiutarlo nei movimenti, ha iniziato a mangiare da seduto contenuto con gomma piuma e coperte, quello che abbiamo recuperato in questo momento. Essendo ancora così piccolo il lavoro con lui potrebbe essere davvero risolutivo. Quando Chiara tornerà in Italia continuerò io il lavoro insieme all’infermiera sister Lucy.

Chiara è molto competente nel suo lavoro, in futuro avremo bisogno di fisioterapisti come lei. Insieme stiamo studiando ausili e attrezzature da acquistare ma anche da costruire qui in missione come parallele, sedute.. Faremo dei disegni e un nostro operaio cercherà di costruirli con il materiale che abbiamo, legno e ferro.

 

Paola Pedrini

 

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