Arrivo stremata come sempre, dopo un lungo viaggio in aereo e quasi quattro ore di macchina, alla missione di Ndithini. ad attendermi per darmi il benvenuto ci sono le nostre missionarie, suor Nadia e tutti bambini del Paolo Rafiki center. Mi baciano e mi abbracciano, cantano e ballano per me.

Hanno impiegato due mesi per imparare una canzone e prepararsi per questo giorno. Ma ci sono riusciti, nonostante le difficoltà e le loro disabilità.

Ed è una gioia immensa vederli ed ascoltarli. Manco da troppo tempo, davvero troppo, ma per impegni in Italia ho dovuto farlo.

Il Paolo Rafiki center è aperto da nemmeno un anno e i bimbi al centro diurno sono oggi 35. È un numero altissimo se consideriamo il fatto che in Kenya la disabilità è ancora qualcosa da nascondere, soprattutto in un posto “fuori dal mondo” come il nostro.

Abbiamo due insegnanti, una fisioterapista e un autista che la mattina va a prendere tutti i bambini lungo la strada e li riporta nel pomeriggio, grazie al nostro nuovo pulmino.

Quante cose cambiano nel tempo e nostalgia non poter essere qua quando avvengono i cambiamenti. Ma il distacco serve anche a questo, ad essere più obbiettivi quando si ritorna, si impara presto a guardare da più punti di vista, a valutare minuziosamente a attentamente ogni opportunità di miglioramento.

I bambini arrivano alle 9 circa, si sistemano in classe ai loro posti ordinati e composti. L’insegnante inizia con una breve e semplice lezione e loro sono curiosi, attenti, hanno voglia di imparare esplorando ogni giorno le loro possibilità. Hanno un posto dove ritrovarsi, sono amati, considerati e questa è una grande conquista per noi ma soprattutto per il loro senso di identità.

Non mancano mai momenti di svago, gioco, canti e balli. Pranzano tutti insieme all’ombra nel cortile, si rilassano, chiacchierano e giocano tra di loro condividendo piccoli momenti della quotidianità.

Verso le 16 vengono accompagnati a casa, io vado con loro, e anche questo viaggio è per loro una nuova esperienza.

Sorrisi innocenti mi salutano e mi dicono ci vediamo domani, quanta dolcezza in questi occhi.

Io sono davvero felice, tutto lo siamo, perché questi bambini adesso sono davvero felici.

 

Paola Pedrini

 

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