Questa dovrebbe essere una lettera di Natale.

Una di quelle che serve a fare gli auguri.

Ma io non sono molto brava in queste cose e non ci credo nemmeno tanto.

Ma è il primo Natale che passo fuori casa, così lontano dai miei cari.

In questi giorni, che in Italia mi sembrerebbero insignificanti e irritanti, mi rendo conto che mi manca la mia famiglia. Per quello che è, con tutti i suoi pregi e suoi difetti.

Qui l’arrivo del Natale non si sente. Non ci sono Babbi Natale che si arrampicano sui balconi, non ci sono vetrine illuminate e addobbate. Qui non ci sono nemmeno le vetrine. Non c’è nessuna corsa ai regali, si sta semplicemente insieme condividendo come ogni giorno il pasto quotidiano.

Qua c’è un cielo stellato che è una meraviglia, ti incanti a guardarlo mentre ascolti il canto dei grilli e le lucciole ti illuminano il cammino.

Gli unici che si stanno preparando al Natale sono i bambini del coro della chiesa che canteranno durante la messa.

Una messa a cui probabilmente non andrò perché ci sarà un imprevisto o un’ emergenza come è successo in questi ultimi giorni.

Un malato da curare, un bambino da nutrire, una famiglia a cui portare cibo. Arriveranno persone in fin di vita che moriranno nel nostro letto di ospedale.

Ci sarà un bambino malato di AIDS da consolare perché abbandonato dalla famiglia.

 

Questa notte ho assistito a un parto. Ho fatto nascere un bambino!

Ed è stata un’emozione fortissima, le mani mi sono tremate per giorni.

Una bellissima bambina che hanno chiamato Paola.

La nascita di un bambino è pura vita, è luce, è speranza.

Questo è il regalo che ho ricevuto per Natale, uno dei più belli che io abbia mai trascorso. E lo dedico tutto alla mia famiglia.

Buone feste a tutti!

 

Paola Pedrini

21/12/2013

 

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