Sono ritornata finalmente alla missione, ai mie amati bimbi e alle adorabili e infaticabili sisters.
Stanno tutti bene, soprattutto i bambini, gli esseri più indifesi e fragili che abbia mai incontrato.
I lavori del centro Rafiki sono proseguiti egregiamente anche senza di noi. Il centro diurno è finito e a noi adesso spetta piastrellare il pavimento e dipingere i muri.
L’unica cosa che manca è mio padre. Vedo e sento la sua presenza ovunque. Era stato qua con me a lavorare, si era preso a cuore il progetto e i bimbi aiutandomi tantissimo anche dall’Italia.
Essere qui di nuovo senza di lui mi provoca un dolore immenso.
Ma lui era orgoglioso di quello che stavamo facendo e quindi è anche in suo onore che andiamo avanti con la forza necessaria anche se con un velo di tristezza.
È anche in suo onore che il centro si chiamerà Paolo Rafiki (amico) centre.
Le suore mi hanno detto: “Ha fatto la sua scelta e dobbiamo rispettarla”.
È dura da accettare perché la sua mancanza è enorme, il vuoto che ha lasciato è incolmabile.
Ma ritroverò giorno per giorno le forze per andare avanti e forse arriverà anche un momento che tornerò a sorridere e smetterò di piangere.
Ciao papà.

Paola Pedrini

Ndithini 4/10/2014

 

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